
Whistleblowing: cosa si può segnalare (e cosa no) secondo la normativa
La legge italiana sul whistleblowing (D.Lgs 24/2023) ha definito con precisione l’ambito delle violazioni che è possibile segnalare attraverso il canale interno obbligatorio. Molte organizzazioni continuano tuttavia a temere che questi strumenti si limitino a raccogliere lamentele o rivendicazioni da parte del personale.
Questa confusione genera un approccio difensivo: il whistleblowing viene percepito come un processo da tenere il più possibile lontano dai riflettori.
Al contrario, quando è correttamente implementato e comunicato in modo trasparente, la segnalazione di illeciti rappresenta uno strumento di compliance decisivo per identificare e prevenire problematiche che potrebbero mettere gravemente a rischio l’organizzazione.
Cos’è il whistleblowing?
Il whistleblowing è il processo attraverso il quale i soggetti che vengono a conoscenza in un contesto lavorativo di reati, violazioni di leggi e regolamenti o attività fraudolente decidono spontaneamente di denunciarle, portandole all’attenzione dell’organizzazione stessa o dell’opinione pubblica.
I confini normativi ben definiti non solo garantiscono protezione ai segnalanti legittimi, ma tutelano anche gli Enti pubblici e privati da un utilizzo improprio del sistema.
Vediamo quindi in modo chiaro che cosa si può segnalare (e cosa no), con esempi pratici e un comodo PDF di riepilogo da scaricare.
Cosa si può segnalare secondo il D.lgs. 24/2023?
Cosa si può segnalare: le violazioni coperte dal D.Lgs. 24/2023
Secondo il D.Lgs. 24/2023 e le Linee guida ANAC, sono oggetto di segnalazione i comportamenti, gli atti e le omissioni che ledono l’interesse pubblico o l’integrità dell’Amministrazione pubblica o dell’Ente privato.
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Cosa non è oggetto di whistleblowing
Non tutte le casistiche che possono verificarsi in un contesto lavorativo rientrano nel perimetro delle segnalazioni tutelate dalla normativa sul whistleblowing.
Restano escluse le situazioni legate a interessi personali o conflitti interni che non toccano l’interesse pubblico, come ad esempio:
Situazioni di questo tipo vanno dunque affrontate con i canali appropriati, ad esempio rivolgendosi al dipartimento Risorse Umane, ai sindacati o ai comitati per le pari opportunità.
Ricordiamo infatti che segnalare attraverso un canale whistleblowing ciò che non lo è fa venire meno le tutele di legge e, se si tratta di accuse infondate, può persino ritorcersi contro chi segnala.
Cosa si può segnalare (e cosa no) secondo il D.Lgs. 24/2023 e le Linee Guida ANAC?
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Evita errori costosi nella gestione delle segnalazioni
Un sistema di whistleblowing mal configurato può trasformarsi rapidamente in un problema invece che in una soluzione. Segnalazioni classificate erroneamente, workflow inadeguati e mancanza di tracciabilità espongono l’organizzazione a rischi legali e compromettono la fiducia dei dipendenti.
La differenza sta nell’implementare strumenti che sappiano gestire automaticamente la complessità normativa: dalla classificazione iniziale delle segnalazioni alla loro assegnazione ai responsabili competenti, fino alla produzione di reportistica conforme per audit e organismi di controllo.
Legality Whistleblowing è la soluzione più completa e conforme per gestire illeciti, violazioni 231, discriminazioni e segnalazioni di parità di genere secondo lo standard UNI-PdR 125-2022, rafforzando una cultura aziendale basata su trasparenza, integrità e inclusione.
Scopri come funziona: