Che cos'è il whistleblowing

Cos’è il whistleblowing?

Il whistleblowing, termine inglese che in italiano si traduce generalmente con “segnalazione di illeciti”, è il processo attraverso il quale i soggetti che vengono a conoscenza in un contesto lavorativo di reati, violazioni di leggi e regolamenti o attività fraudolente decidono spontaneamente di denunciarle, portandole all’attenzione dell’organizzazione stessa o dell’opinione pubblica.

Chi sono i whistleblower?

Sono chiamati whistleblower, o segnalanti, gli individui che segnalano un illecito o un’irregolarità di cui sono venuti a conoscenza sul posto di lavoro. Nella maggior parte dei casi si tratta di dipendenti di enti pubblici o di aziende private, ma il legame può essere meno diretto: ex dipendenti, consulenti, volontari, fornitori, clienti, azionisti, stakeholder e chiunque sia entrato in contatto, anche temporaneamente, con l’organizzazione può diventare whistleblower e beneficiare delle tutele previste.

Portare alla luce attività illegali espone i segnalanti al pericolo concreto di ritorsioni, e nei casi più gravi mette a rischio la loro incolumità. Per questo motivo i whistleblower sono protetti dalla legge e possono avvalersi di canali sicuri, che diano la possibilità di denunciare in forma anonima e che proteggano la loro identità da intromissioni indebite.

Qual è l’oggetto del whistleblowing?

Come menzionato in precedenza, i whistleblower denunciano condotte illecite che recano un danno all’interesse pubblico e/o all’organizzazione. Qualche esempio:

  • violazioni delle norme a tutela dell’ambiente
  • casi di corruzione e scandali finanziari
  • assunzioni poco trasparenti e nepotismo
  • furto di merci di proprietà dell’azienda

Non rientrano perciò nel whistleblowing le lamentele o rivendicazioni di natura personale né i rapporti con colleghi o superiori, che solitamente vengono affrontati con procedure differenti, come le segnalazioni al reparto risorse umane.

Whistleblowing interno e whistleblowing esterno: le differenze

Segnalazioni interne – i segnalanti possono decidere di rivelare le irregolarità all’interno dell’ente o dell’azienda in cui si sono verificate, utilizzando piattaforme software ad uso interno come Legality Whistleblowing.

Segnalazioni esterne – si parla di segnalazioni esterne quando il whistleblower si rivolge alla polizia, alle autorità giudiziarie o, nel caso dell’Italia, ad ANAC.

Un terzo caso è rappresentato dalla divulgazione pubblica, che consiste nell’affidare la denuncia ai media.

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